L’edificio in progetto si propone come una “metafora” del contesto in senso lato, non solo nel suo rapporto con l’ambito della Villa, ma in quello con la collina torinese e, conseguentemente, con la città stessa. I tre volumi di cui si compone, dalle linee semplici e lineari ma al tempo stesso nette, rievocano il rapporto con il costruito; mentre il sistema di ombreggiamento riproduce l’apparente casualità delle linee della natura.
Il volume principale, collocato sul sedime dell’originaria “orangerie” ne interpreta le caratteristiche architettoniche principali di spazio chiuso inondato di luce, capace di mantenere un costante e diretto rapporto visivo con il contesto. I due volumi secondari, inserito nella facciata ovest il primo e quasi “appoggiato” alla copertura del volume principale il secondo, hanno invece la funzione di enfatizzare l’ingresso alla manica sottolineandone al tempo stesso il suo rapporto con la città e di esaltare, da posizione privilegiata, il rapporto con il paesaggio circostante. Il percorso all’interno della manica assume quindi per il visitatore le caratteristiche di un’esperienza visiva in progressiva espansione, dalla Villa, ai giardini, alla collina ed infine alla città; consentendogli di ottenere, una volta raggiunto l’inizio dei percorsi di visita, una piena consapevolezza del contesto.
E’ un edificio in cui tutte le scelte distributive ed organizzative interne sono regolate dal rapporto con l’esterno, sottolineando così la sua funzione di “edificio di servizio” al vero tema della visita: l’ambito di Villa della Regina. L’utilizzo della rampa come principale elemento architettonico nella soluzione dei percorsi interni è un’ulteriore omaggio al contesto, oltre ad essere risolutivo per le utenze a mobilità ridotta, e trova la sua massima espressione nella porzione di rampa che, con andamento semicircolare a riprendere l’organizzazione del giardino, conduce alla terrazza ed alla quota da cui dipartono le visite guidate.
I percorsi all’interno della manica accoglienza non sono rigidamente preordinati, all’utenza viene consentita una notevole libertà di movimento confidando nel fatto che, spinta dagli stimoli visivi provenienti dall’esterno sia naturalmente portata a “salire”, all’interno dell’edificio e contemporaneamente nella propria personale presa di coscienza del contesto. Il sistema distributivo, organizzato tramite l’utilizzo di due ascensori, una scala e tre rampe, è studiato per incentivare questa sorta di percorso di “scoperta”, consentendo varie possibilità di scelta negli spostamenti interni sia verticali che orizzontali.
E’ data all’utenza la scelta su tempi e modi di utilizzo dei servizi offerti, e se usufruirne prima della visita od al ritorno dalla stessa, l’interno consente infatti un’immediata visione d’insieme dei servizi e dei percorsi disponibili. Le varie funzioni insediate sono distribuite su piani posti a quote alternate, collegati dalla scala e dagli ascensori; questa soluzione ha permesso di contenere lo sviluppo in altezza dell’edificio pur garantendo un’altezza adeguata alle funzioni stesse.
A livello distributivo il bancone accoglienza si affaccia sulla hall d’ingresso dalla quale dipartono: la rampa principale, che consente di accedere direttamente alla terrazza e quindi all’inizio dei percorsi di visita; la rampa secondaria, che scende alla quota di – 80 cm., e conduce allo spazio polivalente, al blocco servizi esistente ed alla manica di collegamento; la scala e l’ascensore, che collegano corpo di guardia, caffetteria, bookshop, ristorante e, nuovamente, la terrazza.
Un altro ascensore, posto in fondo alla manica nello spazio polivalente, consente inoltre di raggiungere direttamente la terrazza. L’edificio è inoltre utilizzabile indipendentemente dall’apertura o meno della Villa, consentendo così un totale sfruttamento dell’invidiabile posizione da un punto di vista paesaggistico; confidando che anche questo sito vada ad inserirsi nel novero di punti panoramici di cui la città è ricca.
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